#MoltoPiùDi194

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H 15.00 Colonne di S.Lorenzo – Corso di Porta Ticinese 39

Il 12 aprile a milano ci sarà il corteo del comitato NO-194, gruppo di estremisti cattolici fanatici che vogliono abolire la legge 194, che regola il diritto all’aborto. Inoltre sono contrari all’eutanasia, alla sessualità libera e non riproduttiva e all’omosessualità, ma difendono come unico modello di famiglia quello tradizionale, composta solo da uomo e donna uniti nel sacro vincolo del matrimonio.

La legge 194 viene già svuotata di gran parte del suo senso dall’altissimo tasso di obiettori di coscienza, che rendono difficilissimo abortire. Basti pensare che in Lombardia il 68% dei ginecologi, il 50% degli anestesisti e il 40% del restante personale sanitario si dichiara obiettore.

Rendere illegale l’aborto non significa cancellarlo.

Le donne hanno sempre saputo come interrompere gravidanze indesiderate, la legge ha permesso che gli aborti venissero fatti in condizioni di sicurezza, inoltre, prevedendo un lavoro di prevenzione, con la legalizzazione il numero di aborti è sensibilmente calato. Abolire questa legge significa che le donne che se lo potranno permettere andranno ad abortire all’estero, mentre tutte le altre ricorreranno a mezzi clandestini che mettono a rischio la loro salute e la loro vita.

Questi sono attacchi alla nostra autodeterminazione: cioè la libertà di ognuna e ognuno di decidere consapevolmente del proprio corpo, della propria sessualità e della propria vita. Non devono essere morale, stato e religione a decidere per noi.

Noi vogliamo invece che tutti e tutte abbiano le conoscenze, i mezzi e le strutture per praticare una sessualità consapevole e sana, che sia libera dai rischi delle malattie sessualmente trasmissibili e da gravidanze indesiderate.

Noi vogliamo godere, esplorando tutte le potenzialità del nostro corpo e scoprendo ogni sfumatura del piacere. Vogliamo consultori laici aperti 24H, vogliamo gli anti-abortisti fuori da scuole-ospedali-farmacie, vogliamo contraccettivi gratuiti, vogliamo lubrificanti di prima qualità: per i nostri corpi, decidiamo noi.

Il 12 aprile sarà l’occasione di far valere il nostro diritto all’autodeterminazione, ci riuniremo tutte e tutti in piazza e la riempiremo con musica, spettacoli teatrali e controinformazione!
Appuntamento in Colonne di San Lorenzo alle 15.00

Evento Fb

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Este sabado 12 de abril en Milan tendrà lugar la marcha del grupo de fanaticos catolicos NO-194, en oposicion a la ley 194, que regula el derecho a abortar.

Este grupo està también en contra de la eutanasia, de la expresion de una sexualidad libre y no reproductiva y de la homosexualidad, por ultimo defendiendo a la familia tradicional, compuesta por una pareja heterosexual que estè casada en la iglesia segun ceremonia religiosa, como unico modelo posible en nuestra sociedad.

La ley 194 desde su aplicacion hacia adelante ya ha perdido mucho de su sentido, debido al alto porcentaje de medic@s y personal sanitario que ejercen objecion de conciencia, haciendo la posibilidad de abortar de manera libre y segura siempre mas dificil para las mujeres.

Sólo en Lombardia el 68% de l@s ginecolog@s, el 50% de l@s anestesistas y el 40% del personal sanitario ha declarado ser objector/a.

Intentar que el aborto se convierta en una practica ilegal no significa borrarlo de la sociedad.

Las mujeres siempre hemos sabido como interrumpir embarazos no deseados, la ley solo ha permitido que los abortos se hicieran de manera segura para nuestra salud, haciendo ademas posible la difusion de medidas de prevencion: con su legalizacion el numero de abortos ha disminuido de manera evidente.

Abolir a esta ley significa que las mujeres que tienen la posibilidad economica para hacerlo se iràn a abortar al extranjero y para las demàs solo quedaràn medidas clandestinas que las ponen delante de riesgos para su salud y su vida.

Todo esto es un ataque a nuestra autodeterminacion, es decir la libertad de cada una y cada uno de decidir de manera consciente sobre su cuerpo, su sexualidad y su propria vida.

Sobre nosotr@s no tienen que decidir ni el estado, ni la moral, ni ninguna religion.

Por otro lado queremos que tod@s tengan conociencia, los medios y las estructuras para vivir su sexualidad conscientemente, de manera libre del riesgo de las enfermedades sexualmente transmisibles y de embarazos no deseados.

Queremos disfrutar de nuestros cuerpos, experimentar el placer descubriendo libremente y sin verguenza todas sus facetas.

Queremos consultorios laicos abiertos 24H, queremos l@s anti-abortistas fuera de hospitales, escuelas, farmacias, queremos anticonceptivos gratuitos, lubricantes de calidad: sobre nuestros cuerpos nosotr@s decidimos!

El 12 de abril serà el dia de la autodeterminacion, nos reuniremos tod@s en la plaza de S. Lorenzo en Milan, con musica, espectaculos teatrales y contrainformacion!

Evento Fb

Euromaydays -The #NED

1932492_804427452904145_546477915_nDi seguito pubblichiamo l’appello di lancio della Mayday 2014 che quest’anno dura fino al 4 maggio con i NoExpoDays, ossia Mayday14&The Ned. Seguite gli aggiornamenti e il warm-up ad attitudine NoExpo verso il maggio della rabbia precaria nella città vetrina Expopolis. Sui social network: #mayday14 #NED @euromayday @noexpo2015.

Dodici mesi esatti ci separano dall’apertura dei cancelli di Expo2015: il grande evento che soprattutto nell’ultimo anno ha concentrato su di sé aspettative, roboanti promesse di progresso e sviluppo, ma anche tutto il peggio di una ricetta di ripresa economica centrata su precarietà lavorativa, speculazione finanziaria, cemento, stato d’eccezione e poteri speciali.

A un anno da Expo 2015 e in prossimità del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, stiamo pensando in grande: l’appuntamento dell’Euromayday 2014 non si esaurirà nella Parade del 1 Maggio ma aprirà una tre giorni di dibattiti, proposte e azioni: The NED, i NoExpoDays.

Ci dicono che sta per cominciare la ripresa economica, ma non ci dicono chi ne usufruirà. Non sicuramente le precarie e i precari, le inoccupate e i disoccupati, i lavoratori autonomi eterodiretti o le lavoratrici stabili precarizzate; non sicuramente gli studenti con le loro scuole disastrate né i migranti, che vedono i loro diritti calpestati dalla legge Bossi-Fini e da un discorso razzista diffuso e serpeggiante, quando non ostentato; non sicuramente le migliaia di famiglie sfrattate e senza tetto che vedono Governo, Regione e Comune dirottare le risorse pubbliche dall’emergenza sociale della Casa a grandi eventi e grandi opere senza alcuna utilità collettiva. Non sicuramente gli abitanti dei quartieri cittadini e dei territori sventrati da grandi e piccole opere, come le periferie ovest milanesi che da settembre resistono contro il progetto devastante della Via d’acqua di Expo o le città dell’hinterland che vedono antiche aree agricole trasformate in pascoli di cemento per la speculazione.

Ma è vero, la ripresa c’è. E’ la ripresa delle rendite finanziarie. E’ la ripresa dei profitti, sempre più trainati dalla finanza e diretta conseguenza della riduzione del costo del lavoro. E’ la ripresa della speculazione sul territorio: da Expo2015 al Tav, la rendita territoriale ha maturato ampi guadagni, lucrando sulla commistione mafiosa che sta dietro le grandi opere. E chi si oppone finisce in carcere, come è successo a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia, a cui va la nostra solidarietà.

Quasi a mo’ di sberleffo la grande regia di Expo 2015 ha deciso di inaugurare la grande fiera della precarietà e della devastazione territoriale proprio il Primo maggio 2015. Dal 2008 ad oggi la questione dell’Expo milanese è salita ai massimi livelli del governo nazionale e, parallelamente, anche l’opposizione sociale al grande evento è cresciuta: come testimoniano la mobilitazione NoCanal nei quartieri di Gallaratese, San Siro e Baggio e l’opposizione di numerosi comitati cittadini contro le opere connesse ad Expo. Mobilitazioni capaci di superare il recinto del localismo e che si sono aperte alle istanze portate avanti dai movimenti.

I timori già espressi durante la Mayday dell’anno scorso sono stati superati, e in peggio. Alle nostre proposte in tema di reddito incondizionato, salario minimo, gestione comune del territorio, Diritto alla Città, si è risposto con la politica dello stato d’eccezione che può, via via, assumere il volto della militarizzazione dei cantieri come in Val di Susa, dei doppi turni da 10 ore come nei cantieri di Expo, fino ad arrivare alla deregolamentazione selvaggia di contratti a temine e apprendistato del Jobs Act. Senza dimenticare l’accordo sindacale del Luglio scorso che per Expo 2015 prevede l’utilizzo gratuito delle capacità lavorative di più di 18.000 volontari.

Tuttavia, durante il 2013 – un anno in cui la crisi economica ha fatto sentire i propri morsi in modo sempre più insopportabile, riducendo il tempo per il conflitto – la capacità di risposta dei movimenti è stata superiore alle aspettative. La lotta per la casa è stata spesso al centro dell’azione politica, il diritto all’abitare ha conquistato centralità nel dibattito pubblico e nelle principali vertenze sociali del paese. Esperienze come la Rimaflow a Milano, Officine Zero a Roma, le molte occupazioni di teatri in tutta Italia, sono riuscite in un lavoro concreto di riqualificazione del territorio e di riconversione positiva di luoghi chiusi dalla crisi economica. Queste sfide vanno a sommarsi alle lotte per il superamento della precarietà e condizioni di lavoro rispettose dei desideri umani, per un reddito di base incondizionato, per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, per l’abolizione della legge Bossi-Fini, per nuove relazioni fra generi diversi e uguali, per un nuovo sistema di welfare adeguato a quella che oggi è la reale situazione del mercato del lavoro.

La Mayday 2014 è ancor più che negli anni passati Euromayday, perché siamo consapevoli che è a livello europeo che si gioca la partita dell’austerity, del lavoro, del reddito e dei nostri territori. Non dimentichiamoci che a luglio l’Italia ospiterà l’11 Luglio a Torino il Summit Europeo sulla disoccupazione giovanile, occasione per sancire ancora una volta la validità della “politica dei due tempi” – ovvero la necessità di sacrifici e rigore unitamente alla rinuncia a diritti e stabilità, in nome di un futuro e non meglio precisato miglioramento sociale.

Così come il Primo maggio diventa ancora di più occasione per fare il punto e organizzare la volata finale di opposizione ad Expo 2015, questione sempre più di interesse generale: 12 mesi all’apertura dei cancelli, 12 mesi in cui continuare ad inceppare il meccanismo del grande evento su tutti e tre i suoi livelli di debito, cemento e precarietà. 12 mesi in cui soprattutto prepararsi a quello che ci aspetterà nel dopo-Expo, a Milano e non solo.

Invitiamo quindi chi di questi temi ha fatto la propria bandiera di lotta e conflitto a partecipare attivamente alla costruzione della Mayday 2014 convinti che sia centrale costruire tra i movimenti metro-lombardi un percorso plurale di avvicinamento al mega-evento Expo2015.

Invitiamo quindi tutti coloro che lottano nei propri territori contro il paradigma del debito, cemento e precarietà alla costruzione di The NED: una tre giorni di incontri, confronto e azione per dichiarare alla Città e al Paese che questo è solo l’inizio.

EUROMAYDAYS – THE NED  |  Milano, 1-4 maggio 2014

#ExproprioTour, perché le nostre vite valgono più dei loro profitti

cropped-1415570_164860577057368_1860085837_o.jpgGià ben prima di Expo abbiamo visto i risultati dei diversi piani di governo del territorio, strumento di controllo e speculazione, e certamente non di partecipazione democratica di chi quei territori li abita. Da Milano a Mantova, da Roma a Salerno la cementificazione selvaggia ha colpito le aree urbane come quelle agricole. La speculazione non si è fermata però al cemento: basta pensare al business dei rifiuti, che martoria la Lombardia come la Calabria. Sempre più inceneritori devastano le nostre terre, minacciando le vite di tutti per il profitto di pochi. Dicendo no al biocidio e alla devastazione territoriale, abbiamo preteso e continuiamo a pretendere bonifiche reali e controllate dal basso, piani alternativi di smaltimento dei rifiuti e di pianificazione urbana.

Anche e soprattutto ora che siamo stati bloccati in una spirale di speculazione e sfruttamento che investe ogni aspetto delle nostre vite – tra cui la perdita della sovranità alimentare, “nutrire il pianeta” come vorrebbe l’idea baluardo di Expo2015 – rivendichiamo sostenibilità ambientale per tutt*, non per quei pochi a cui Expo parla. Pretendiamo sostenibilità lavorativa, che è l’esatto contrario di quello che fa Coop, partner commerciale di Expo2015. Non ci interessa un “supermercato del futuro” con imprenditori più ricchi e lavoratori più sfruttati.

Pretendiamo lo sfruttamento zero e iniziamo a costruirlo dalle pratiche quotidiane, lo portiamo avanti a partire da esperienze di mutuo soccorso con le realtà che già si battono sui territori, come Sos Rosarno che da anni combatte contro lo sfruttamento bracciantile in Calabria e ora ha trovato un accordo “fuorimercato” con i lavoratori e le lavoratrici della Ri-Maflow, fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio (MI).

Continuiamo da qui, non stancandoci di “rimettere in discussione la proprietà socializzando il lavoro e i profitti in una prospettiva ecologica”, partendo dal riuso di spazi recuperati, che parlino di riappropriazione sociale, autogestione, mutuo soccorso. Questa continua ad essere l’unica risposta possibile e praticabile al ricatto del debito pubblico, a cui daremo voce ancor più forte a maggio, durante la settimana di mobilitazione internazionale lanciata da Blockupy, alla quale parteciperemo.

Come Expo 2015 ci insegna, debito e precarietà sono entrati prepotentemente anche nel mondo della formazione, università in testa. Stages e tirocini non retribuiti saranno infatti il grande cilindro magico dell’esposizione, da cui tirar fuori 18.500 lavoratori e lavoratrici “volontari”. La premessa ideologica è semplice e dichiarata: rendere i luoghi del sapere funzionali alle esigenze delle imprese. Come studentesse e studenti precar* abbiamo lanciato una campagna, #UniVsExpo, coscienti che Expo sarà soltanto l’esemplificazione massima di questi processi all’interno dei luoghi della formazione. Nemmeno a questo però ci arrendiamo: vogliamo che gli atenei siano luoghi di formazione e condivisione di saperi e ci impegnamo a decostruirli e ricostruirli dal basso, attraverso il mutuo soccorso e l’autorganizzazione.

Non ci arrendiamo all’esproprio politico e sociale che colpisce lavoratori e lavoratrici, precari e precarie, migranti, donne, soggetti lgbit. Ci opponiamo a Expo, che di questo processo è l’esemplificazione massima.

La rete di Communia si mette in moto e dà vita all’Exproprio tour. Saremo nelle università e nei luoghi di formazione, nelle fabbriche e negli spazi recuperati, nei parchi e nei territori devastati. Da Bari a Verona, da Salerno a Viareggio, per poi ripetere tutt* insieme il 1 maggio a Milano, alla MayDay2014, che “le nostre vite valgono più dei loro profitti”.

Ecco le date dei primi appuntamenti dell’Exproprio tour:

* 2 aprile Palazzo dell’Ateneo (Bari)

* 5 aprile Ri-Maflow (Trezzano sul Naviglio – MI)

* 9 aprile Castelli romani

* 10 aprile Roma

* 12 aprile Verona

* 13 aprile Mantova

* 17 aprile Viareggio

* COMING SOON!

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