SOS Rosarno-RiMaflow: parte il mutuo soccorso

arance-in-vendita-rimaflow-In occasione della giornata di festa del 5 aprile che vedrà SOS Rosarno a Milano e Trezzano sul Naviglio ripubblichiamo il testo che spiega il ragionamento alla base di questa esperienza di mutuo soccorso.

Un accordo solidale per costruire il futuro

“Inferno Rosarno” titolava tempo fa il Manifesto riferendosi alle condizioni di sfruttamento della manodopera migrante che accorre nella Piana di Gioia Tauro per
la stagione degli agrumi. Una situazione esplosiva che – nell’indifferenza generale – si riproduce puntuale ogni anno con migliaia di persone costrette a vivere e lavorare in condizioni disumane in un territorio caratterizzato dalla presenza pervasiva della ‘ndrangheta e dallo strapotere che multinazionali e grande distribuzione esercitano sui prezzi agricoli.

Perché SOS Rosarno

Parte da qui la scelta di supportare SOS Rosarno, la rete creata da piccoli produttori locali e da persone impegnate a realizzare un modello di agricoltura, relazioni e società basato sulla sostenibilità, sull’equità e sulla solidarietà. Non un modello astratto, ma una pratica quotidiana che mette insieme i deboli con i deboli e che sta evolvendo in un percorso interetnico di costruzione dell’alternativa: dai primi progetti di economia etica in solidarietà con i braccianti africani degli anni scorsi, alla creazione di una vera e propria cooperativa di lavoro formata da afrocalabresi e calabresi di
nascita per produrre ortaggi, conserve e marmellate, coordinare arrivi e accoglienza nell’ambito dei progetti di turismo responsabile e organizzare eventi di carattere culturale e interculturale. Questa l’evoluzione più recente del progetto di SOS Rosarno che ha deciso di includere da subito i prodotti della cooperativa nel proprio listino e di destinare allo sviluppo della stessa anche metà della quota di solidarietà che si versa con l’acquisto dei prodotti di SOS Rosarno, quota riservata appunto ai progetti di solidarietà ed esplicitata con la massima trasparenza come tutte le altre componenti che concorrono a formare il prezzo finale degli agrumi.

rimaflow  rosarno e coop

Agrumi e molto altro

Gli agrumi sono il prodotto “principe” della zona: limoni, mandarini, clementine e arance succose. Qui si approvvigionano i colossi dei soft drink come la Coca Cola che con le arance di Rosarno produce la Fanta. La proprietà degli agrumeti è molto frazionata e ciò rende i produttori ancora più deboli nei confronti dei grossisti che comprano in blocco il raccolto per conto delle multinazionali. La ‘ndrangheta ha in mano il business e il caporalato, le pressioni sono forti e molti produttori non hanno alternative tra il piegarsi o il lasciare marcire le arance sugli alberi abbandonando la loro terra. Gli agrumi di SOS Rosarno sono prodotti da piccole aziende biologiche che autoorganizzandosi e mettendosi in rete sono riuscite a sfuggire a questa filiera di sfruttamento. Il prodotto è certificato bio ed è ottimo, ma non è standardizzato: trattandosi di piccoli appezzamenti in cui convivono piante di differenti varietà, la cassetta contiene frutti di diversi calibri e tipologie, perché raggiunto il giusto grado di
maturazione il frutto viene raccolto e spedito a prescindere che si tratti di una navellina, di una tarocco o di un’altra varietà ancora. Una cassetta di arance o di mandarini è dunque un piccolo concentrato di biodiversità.
Agli agrumi si aggiungono le squisite marmellate di mandarini e arance, l’olio extravergine, i pecorini freschi e la ‘nduja, passando per salumi tradizionali, miele, cosmetici naturali e vino. Tutti prodotti certificati bio, realizzati nella zona dagli aderenti al progetto di SOS Rosarno. E poi il turismo responsabile e la grande, difficile scommessa, del recupero del borgo medioevale di Nicotera: un progetto in parte già avviato e per il quale SOS Rosarno chiede appoggio al mondo dei gruppi d’acquisto solidale.

Perché Ri-Maflow

L’associazione Occupy Maflow, costituita dai lavoratori licenziati della Maflow, ha sede a Trezzano sul Naviglio nell’omonima fabbrica occupata e ha avviato in questi mesi molte attività nell’ambito dell’economia solidale, del riciclo e del riuso oltreché nel settore dei servizi ricreativi e culturali (è stata da poco inaugurata una sala prove musicale in un box-laboratorio insonorizzato, un tempo utilizzato per lo sviluppo della componentistica auto). Attività che servono a dare una base concreta al tentativo di costruire una prospettiva economico-lavorativa sostenibile e solidale e che al tempo
stesso rappresentano la naturale e coerente evoluzione della decisione di andare avanti insieme autogestendosi. Nell’ambito dell’associazione, Fuorimercato è l’attività che organizza la distribuzione dei prodotti del Parco agricolo Sud Milano in collaborazione con il Distretto di economia solidale rurale e con il circuito dei Gas.
Un percorso che non poteva non incrociare quello così diverso eppure per tanti versi così simile di SOS Rosarno: il coinvolgimento di Ri-MAFLOW permette di innescare su Milano un processo virtuoso tutto interno all’economia solidale. Un processo non solo economico e solidaristico, ma capace anche di stimolare una riflessione profonda sulle strade finora intraprese dal mondo del consumo critico e dai produttori per ragionare insieme sul futuro, sui modi di fare rete, incidere e produrre cambiamento.
Sarebbe bello che Ri-MAFLOW, la ex fabbrica dove abbiamo scelto di presentare il progetto, divenisse uno dei luoghi di riferimento per discutere e confrontarsi su questi temi.

Logistica e ultimo miglio

Quest’anno SOS Rosarno si è organizzata con un trasportatore di fiducia per i viaggi dalla Calabria al Centro-Nord, Ri-MAFLOW farà da piattaforma logistica per Milano e per i comuni limitrofi e l’uomo di SOS Rosarno a Milano si occuperà di distribuire i prodotti ai Gas e parteciperà anche ai mercati locali come quello organizzato a Cascina Cuccagna. Questa organizzazione logistica, di cui si potrebbero utilmente avvalere anche altri progetti e iniziative nell’ambito dell’economia solidale, va sostenuta e ha ovviamente dei costi che verranno coperti con una specifica quota di solidarietà (vedi prezzo trasparente).
Ecco tutte le componenti che concorrono a formare il prezzo finale degli agrumi, inclusa la quota di solidarietà per Ri-MAFLOW e la copertura dei costi per la distribuzione sull’ultimo miglio:

Clementine/Mandarini 2,20 €/Kg: Raccolta 0,13€, Lavorazione 0,30€, Trasporto Sud-Nord 0,16€, Promozione 0,16€, Quota solidarietà migranti 0,05€, Produttore 0,85€, Quota di solidarietà Ri-MAFLOW 0,55€.

Arance da succo 1,50 €/Kg: Raccolta 0,09€, Lavorazione 0,30€, Trasporto Sud-Nord 0,16€, Promozione 0,08€, Quota solidarietà migranti 0,05€, Produttore 0,27€, Quota solidarietà Ri-MAFLOW 0,55 €.

Arance da tavola 1,80 €/Kg: Raccolta 0,09€, Lavorazione 0,30€, Trasporto Sud-Nord 0,16€, Promozione 0,13€, Quota solidarietà migranti 0,05€, Produttore 0,52€, Quota solidarietà Ri-MAFLOW.

Per tutti gli altri prodotti a listino la quota per progetti solidarietà migranti è del 5% e vi è una maggiorazione di 1€/kg (o di 1€ a pezzo) per compensare i maggiori costi di trasporto, la maggiore complessità di gestione e per contribuire allo sviluppo di questa piattaforma logistica dell’economia solidale. Nel foglio si possono ordinare anche dei bellissimi cesti natalizi il cui prezzo omnicomprensivo è di 45 e 65€ (compresa la quota solidarietà RiMAFLOW di 5€): composizione e descrizione dei cesti la trovate qui.

Contatti & ordini

Per ordinare i prodotti di SOS Rosarno chiediamo a tutti i referenti dei Gas di utilizzare il foglio elettronico allegato indicando le quantità totali acquistate dal singolo Gas e di farsi poi carico della ripartizione dei prodotti tra i singoli gasisti. Questo per ridurre al minimo i possibili errori in un ordine tanto complesso. Gli ordini vanno indirizzati a pacobrigante@gmail.com concordando anche giorni e
orari della consegna.

Milano, 1 Dicembre 2013

SOS Rosarno e FuoriMercato in collaborazione con DESR Parco Sud e Gas del Sole

SOS Rosarno in festa con RiMaflow

festa-rosarnoUna festa solidale per costruire il futuro

La festa si snoderà per le vie del quartiere popolare del Giambellino a Milano per poi approdare nella nostra fabbrica a Trezzano sul Naviglio in via Boccaccio 1. Un programma molto articolato  fatto di dibattito, musica e ballo, degustando i prodotti tipici della Calabria frutto del lavoro dei piccoli produtttori  biologici  di Rosarno che hanno dato vita all’omonima associazione SOS Rosarno che – come dicono loro – mette insieme i deboli con i deboli perché con l’unità si diventa più forti. Migranti e gente del luogo insieme per costruire un’alternativa di vita praticabile, in un luogo oppresso dallo strapotere che multinazionali e grande distribuzione esercitano sul prezzo dei prodotti agricoli, dallo sfruttamento senza scrupoli della manodopera immigrata e dalla presenza pervasiva della ‘ndrangheta. Non un modello astratto, ma una pratica quotidiana che mette insieme i deboli con i deboli e che sta evolvendo in un percorso interetnico di costruzione dell’alternativa: dai primi progetti di economia etica in solidarietà con i braccianti africani degli anni scorsi, alla creazione di una vera e propria cooperativa di lavoro formata da afro-calabresi e calabresi di nascita per produrre ortaggi, conserve e marmellate, coordinare arrivi e accoglienza nell’ambito dei progetti di turismo responsabile e organizzare eventi di carattere culturale e interculturale.

Una festa, quella di sabato 5 Aprile, a coronamento dell’accordo “Fuorimercato” tra RiMaflow e SOS Rosarno. Un progetto di economia solidale nato per supportare SOS Rosarno e per fare di RiMaflow un polo della logistica solidale. Un’occasione per il radicamento e la crescita di una filiera tutta interna all’economia solidale, dalla produzione, alla logistica, al consumo.

PROGRAMMA della festa

Ore 10,00 Quartiere Giambellino:

Corteo de “I Giganti” dell’Associazione il Brigante di  Serra San Bruno per le vie del  quartiere Giambellino (via Odazio 7 casetta verde), a Milano, in collaborazione con Il D.R.A.G.O.

A seguire BUFFET in via Giambellino 146.

Ore 14,30 in Rimaflow:

INCONTRO/DIBATTITO di presentazione del progetto S.O.S. Rosarno, l’associazione dei produttori a sfruttamento zero, con i Gruppi di Acquisto solidale e i produttori del Parco agricolo Sud Milano .

Ore 20,00 in RiMaflow:

CENA TRADIZIONALE CALABRESE  di autofinanziamento (anche piatti vegetariani) in via Boccaccio 1 RiMaflow

Per aiutare l’organizzazione è preferibile prenotarsi scrivendo a  jmh@hotmail.it oppure telefonando al  333 9021267  (Stefano)

Ore 22,00 in RiMaflow:

MUSICA,CANTI e DANZE dal Sud in lotta con i gruppi JURNATER, CARRETTIERI e jam session

Alle attività si accede con la tessera di socio

Per tutta la giornata sarà possibile acquistare e gustare i prodotti Fuorimercato.

Contro Expo e le sue regole della Precarietà… Vino, libri e tarantelle!

1625519_650386621705901_520084766_nTi piace lavorare gratis per ricche aziende e speculatori che devasteranno parchi e quartieri di Milano?
Capire come ci hanno tolto pian piano ogni diritto non è una delle tue priorità?
Pensi che utilizzare i fondi del diritto allo studio per speculare con Expo sia un geniale stratagemma anticrisi?
Vedere la città ricoperta da colate continue di cemento ti emoziona?
In tal caso, Expo 2015 è ciò che fa per te!

Lunedì 24 marzo nell’Aula Magna dell’Università statale di Milano si terrà una conferenza dal titolo “Le regole del lavoro al tempo di Expo 2015”. Noi siamo davvero entusiasti all’idea di scoprire quali siano queste meravigliose “regole” che ci permetteranno di essere schiavizzati al meglio. Noi ci saremo!
Perchè non possiamo più accettare che la nostra università, il nostro presente e il nostro futuro vengano gestiti sopra alle nostre teste, a porte chiuse, e contro le nostre necessità.
Sarà una giornata aperta a tutti gli stuenti e le studentesse, i precari e le precarie e tutti coloro che si sentono tirati in causa, alla ricerca di altre persone altrettanto coinvolte.

Trasformiamo l’università fabbrica di precari in un luogo sociale!
Vi aspettiamo!

Dalla mattina azioni e videointerviste diffuse:
Qual è l’esperienza di lavoro più assurda che ti sia mai capitata? Hai mai fatto uno stage gratuito?
Hai mai avuto un contratto?
+#MaceroNo

h 18 davanti all’Aula Magna:a conclusione della conferenza accogliamo i “regolatori” della precarietà! Microfono aperto per dare voce alle vere “parti sociali”! (http://www.unimi.it/news/73759.htm)

e infine….

VINO, LIBRI E TARANTELLE!

h 20 in Chiostro Centrale: Una serata con suonatori e suonatrici di tarante e pizziche clandestine, la campagna Macero NO (http://rimake.noblogs.org/macero-no/) con libri di editori indipendenti a 3 euro per salvarli dal macero e vino a prezzi popolari!

La nostra Università è sociale, la tua?

www.ateneinrivolta.orgwww.rimake.noblogs.org

20 marzo: Le regole della precarietà per EXPO2015

UNIVSEXPOLOGO!

-Disoccupazione giovanile al 42,4%
-Contratti da 1 euro all’ora
-18.500 contratti di lavoro volontario

Non è un futuro distopico imprecisato, ma è Milano tra un anno. Precisamente è Expo2015, il grande evento presentato dal governo Renzi e ancora prima da quello Letta come il volano della crescita economica per l’Italia e soprattutto come il grande trampolino per il rilancio dell’occupazione in questo paese, specialmente per i giovani.

Ma sarà davvero così? Quali sono gli accordi e le regole effettive del lavoro di Expo?

Lunedì 24 marzo nell’Aula Magna dell’università Statale di Milano si terrà una conferenza che parla di questo tra consulenti del lavoro e professori di diritto, ma senza coloro che poi subiranno e si confronteranno direttamente con queste misure, le studentesse e gli studenti delle Università e delle scuole milanesi. Crediamo che in quella giornata chi solitamente è escluso dalla progettazione del proprio presente e del proprio futuro debba invece esserci e avere gran voce in capitolo.

Per questo vogliamo costruire un momento di confronto su queste questioni con chi se ne occupa tutti i giorni e chi le vive sulla propria pelle, per costruire un percorso che racconti cos’è e cosa sarà davvero Expo2015 per le nostre facoltà e le nostre vite.

GIOVEDI’ 20 MARZO – ORE 16 @ UNIVERSITA’ STATALE(Via Festa del Perdono, 7) ATRIO PICCOLO

Parteciperanno:

-Felice Mometti, ricercatore e redattore di www.communianet.org
– Massimo Laratro, avvocato di San Precario (www.sanprecario.info)
-Andrea Iomini, docente precario della scuola
Ateneinrivolta Milano, collettivo di studenti e studentesse precar* (www.ateneinrivolta.org –www.rimake.noblogs.org)
-operai della RiMaflow, fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio (http://rimaflow.it/)
-Attivisti e attiviste della rete NoExpo (www.noexpo.org)

Dalle 15.30: CineCafè precario! Caffè a 50 cent e videosatira

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#UniVSExpo

Expo 2015 sta distruggendo i nostri territori, le nostre città, smantella servizi, flessibilizza contratti e ora prende possesso della nostra formazione, senza che nessun* possa dire nulla.
I rettori di Università degli Studi di Milano, Bocconi, Bicocca, IULM, San Raffaele, Cattolica e Politecnico hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con il Comune per mettere a disposizione spazi, corsi, qualsiasi tipo di supporto a Expo.

Non è servito chiederci il permesso perchè questi sette, SETTE, rettori milanesi firmassero un accordo per costituire un “Comitato scientifico per Expo”, per legare a doppio filo le nostre università e il grande evento che le sta sconvolgendo.
Sono sempre meno le possibilità e gli spazi di autorganizzazione, autogestione, liberazione per chi vive l’università. Le esperienze di cultura dal basso continuano ad essere ostacolate e limitate, nessuno sembra volerne accogliere la richiesta. Gli atenei, intanto, non smettono di piegarsi a logiche di mercato e di messa a profitto, che colpiscono le vite di studenti, giovani, ricercatori, mentre la formazione universitaria è sempre più lontana dalla esigenze dei nostri territori e del tessuto sociale.

Possono volerci fuoricorso, sfruttati, precari, ma per Expo non ci avranno. Contro questo evento e qualsiasi altra manipolazione dei nostri corsi, della nostre facoltà, della nostra formazione, delle nostre vite, vogliamo aprire nelle università un percorso aperto a tutt*, che contrasti Expo e la sua speculazione.

#NoCanal: comunque vada è già un successo

IMG_0762Pubblichiamo le riflessioni della rete Attitudine No Expo sulla vicenda NoCanal i cui sviluppi sono ancora aperti e non scontati, pur  potendo ad oggi avanzare un bilancio che vede nella resistenza all’opera inutile della Via d’acqua un successo dal punto di vista mobilitativo e della lotta dei comitati, dei collettivi e dei cittadini.

Sono giorni di attesa impaziente, questi, e al momento non sappiamo ancora come finirà la lotta NoCanal contro l’inutile, devastante e costosa Via d’acqua per Expo2015. Una cosa, però, è certa, ed è stata sancita lo scorso 25 febbraio dal Commissario Straordinario e A.D. di Expo Spa Sala, che la tratta sud dell’opera non si farà più e sarà sostituita da una soluzione idraulica, fuori dal perimetro dei parchi milanesi (Pertini, Trenno, Boscoincittà, Cave, Cividale) a causa delle proteste degli scorsi mesi. Ossia comitati, cittadini, attivisti NoExpo hanno messo in crisi la macchina operativa e l’immaginario di Expo. Solo tra qualche giorno sapremo la reale natura di questo “piano B” e se sarà un risultato in linea con le aspettative di chi si è mobilitato in questi mesi. Questo non solo è un risultato che sembrava impossibile solo cinque mesi fa, ma, soprattutto, sarebbe la prima volta, dopo anni, che a Milano una lotta popolare blocca e ribalta opere e trasformazioni urbane, e questo è un dato fondamentale e la risposta migliore a chi, anche in questa vicenda, ha provato a ricondurre il tutto alle compatibilità dei tavoli istituzionali, delle compensazioni o ridurlo alle vie legali dei ricorsi e degli esposti. Tutte strade che in anni più o meno recenti hanno sopito prima e sconfitto poi ogni tentativo di salvare il territorio da speculazioni e scempi con la partecipazione dal basso. La lotta paga, questo il messaggio che arriva dalla periferia ovest di Expopolis.

Viene premiata la tenacia di chi per settimane ha bloccato i cantieri fregandosene di sveglie all’alba e meteo ostile, resistendo ai tentativi subdoli di dividere e bloccare la lotta. Viene premiato il lavoro oscuro, spesso solitario, di chi non ora ha scoperto il bluff “Via d’acqua”, ossia gli attivisti e le attiviste della rete NoExpo e dei collettivi che la animano, che cantierizzavano Trenno o il Pertini due anni fa quando la propaganda di Expo continuava a spargere la credenza del canale navigabile, della grande opera leonardesca e le Istituzioni milanesi interessate, erano più preoccuapate a rassicurare i cittadini, che a dare reale informazione o stimolare partecipazione anche critica. Viene premiata la capacità di stare assieme, eterogenei, attivisti e cittadini, senza cadere nelle provocazioni, rivendicando e condividendo, tutti e tutte, pratiche e comportamenti.

In questa lotta abbiamo creduto, anche quando le sirene della trattativa, dei metodi “alla Virano”, sembravano aver rotto l’unità e frenato la mobilitazione, ma il rompete le righe, la divisione buoni/cattivi o moderati/estremisti non ha funzionato. Non ha funzionato il tentativo di spaventare e criminalizzare usando la lotta e le pratiche dei fratelli e delle sorelle NoTav come esempio negativo di quanto sarebbe accaduto a Milano se la lotta NoCanal fosse proseguita intrecciandosi a quei pericolosi soggetti. Abbiamo risposto con la determinazione e la creatività a questi messaggi, che hanno trovato i soliti media compiacenti ad amplificare e rilanciare. E con gli #spaventaruspe abbiamo dato sostanza all’anima popolare della lotta, sapendo che dove non sarebbero arrivati loro o la nostra presenza, sarebbe stato il vento a darci una mano nel fermare ruspe e cantieri.

Questi sono i fatti e se ancora non possiamo festeggiare (ma ci stiamo preparando) ci godiamo il dato che  la lotta NoCanal può essere positivo stimolo ed esempio per altre lotte e vertenze. Soprattutto questa volta è stato il calore dei corpi, l’entusiasmo e la determinazione della lotta a far perdere un pezzo al megaevento, completando quell’opera di smontaggio pezzo dopo pezzo del progetto Expo2015, che le liti interne al sistema di potere, la spending review, i ritardi e la pioggia (tifiamopioggia è uno dei nostri hashtag preferiti) avevano già avviato. Proprio nelle stesse ore, in ordine sparso, tramontava l’idea di avere anche solo due fermate della m4, sulle infrastrutture restano dubbi e la Zara-Expo è ancora sulla carta (per fortuna), Paesi che iniziano a ripensarci e i milanesi che scoprono (e iniziano a incazzarsi) la bruttura chiamata Expogate, che trasformerà la storica prospettiva da Cordusio al Castello.

Avevamo detto e scritto che quando l’immaginario e le parole avrebbero lasciato spazio alla materialità delle opere i territori non sarebbero stati fermi ad assistere a scempi e sprechi e così è stato, così come avevamo messo in conto che, appena si  fosse alzato il livello della mobilitazione  contro Expo sarebbe scattato l’allarmismo e il  paragone Valsusa usato in modo minaccioso a spaventare e allontanare i cittadini dalla partecipazione. Questo non ci spaventa, anzi ci piace pensare al parco di Trenno come a una piccola Clarea, proprio perché abbiamo respirato lo stesso clima e la stessa volontà di lotta e perché, come abbiamo detto più volte, a lotte comuni vocabolario comune.

Con questo spirito abbiamo attraversato la lotta NoCanal e, grazie ad essa, oggi sicuramente è cresciuta nei milanesi la consapevolezza che Expo2015 non sarà una grande opportunità, semmai hanno toccato con mano la concretizzazione della triade debito-cemento-precarietà che abbiamo indicato come matrice simbolica e sintetica dell’eredità del grande evento.

Con lo stesso spirito, abbiamo la consapevolezza che la Via d’acqua è solo una delle declinazioni delle lotte territoriali metropolitane che intrecciano e contrastano dinamiche e tentacoli di Expo, forti, però, del fatto che da oggi ci sentiamo meno soli e che la città è pronta ad aprire le ostilità all’inutile e ingombrante rassegna. Ormai la vetrina dei rendering e la propaganda mediatica non bastano più, la nave Expo fa acqua, se possibile, più di prima, e più di quanta ve ne sia ad allagare il sito rallentando i lavori. Compito nostro sarà non fare affogare il nostro territorio, ma la banda di mercatari che lo vuole impacchettare e svendere al peggior offerente.

Stay tuned