No Expo may days…

may day expoCon la plenaria tenutasi al Parco delle Cave si sono conclusi “theNED”, i NoExpoDays che hanno prolungato la Mayday fino al 4 maggio. Insieme agli altri soggetti che hanno dato vita all’iniziativa, abbiamo scelto non a caso di tenere la plenaria in quel luogo, all’interno di uno dei parchi cittadini messi a rischio dal progetto della “via d’acqua”. La via d’acqua è un’inutile e costosa opera, legata a Expo2015, contro la quale si è sviluppata nei mesi scorsi una mobilitazione di cittadine e cittadinii che ancora resiste di fronte alle ambiguità delle istituzioni.

I tre giorni di “theNED” sono stati un esperimento riuscito, un momento importante a cui i diversi soggetti protagonisti sono riusciti a dare vita a un’iniziativa unitaria, coordinata e comunicativa.Tre giorni di discussioni, presentazioni di idee e proposte, workshop tematici che, partendo dall’opposizione ad Expo2015 come modello paradigmatico negativo, hanno affrontato questioni centrali per la vita delle persone, in particolare delle e dei giovani: formazione, precarietà e lavoro, a partire dai contratti sempre più flessibili, da lavoro gratuito, apprendistati, stage e tirocini, sfruttamento crescente; le trasformazioni del territorio e del governo “pubblico” e le lotte sociali nella metropoli e di difesa ambientale; alimentazione, consumo critico, sovranità alimentare…

Tre giorni in cui non sono mancate azioni comunicative, messe in atto dai diversi soggetti che hanno organizzato questo appuntamento. Abbiamo infatti visto lo smontaggio delle reti del cantiere della via d’acqua, ripiegate e accatastate, pronte per essere portate via da un cantiere che non si deve fare, e l’azione dentro e davanti a Eataly Smeraldo, supermercato modello propagandato di “alternativa” in campo alimentare che riproduce invece i consueti modelli di sfruttamento di lavoratrici e lavoratori e di monopolio del commercio di fronte ai piccoli coltivatori frammentati. Il modello adatto all’Expo che si presenta come “innovativa” (forse per questo nel Padiglione Italia l’acqua sarà distribuita da Nestlè?).

Importanti i temi affrontati e la comunicazione fatta circolare, ancora più importante la capacità del movimento milanese di trovare finalmente un terreno di iniziativa e di azione comune.
La tre giorni è stata un’ottima conclusione di una bella Mayday, davvero molto partecipata (diverse migliaia di donne e uomini, soprattutto giovani) – al contrario della triste parata sindacale del mattino, sempre più distante dai bisogni e dalle idee di una classe frammentata e non rappresentabile con le forme tradizionali.

Una Mayday colorata e con sempre più comunicazione sociale e politica – ad un anno dall’inaugurazione di Expo2015 – a partire dalla diffusa e comune condizione di precarietà per affrontare i temi della difesa dello spazio urbano, del territorio, della democrazia e della partecipazione.

Communia Network è stata protagonista, insieme ad altri ed altre, di queste giornate. Abbiamo cominciato la mattina del 1° maggio, srotolando uno striscione in piazza Duomo contro l’utilizzo di studenti universitari “volontari” non pagati per tenere aperti i musei cittadini; abbiamo poi dato vita ad uno spezzone colorato e partecipato all’interno del corteo – con al centro le lavoratrici e i lavoratori della Ri-Maflow e la loro relazione con SOS Rosario, per questo dal furgone si vendevano spremute “sfruttamento zero”, secondo la parola d’ordine “spremi gli agrumi non i braccianti”. Uno spezzone con tante e tanti giovani di AteneinRivolta, i collettivi di Rivolta il debito, diverse esperienze di riappropriazione e autogestione (Communia Roma, RiMake, Cantiere Sociale di Viareggio, e non solo). E ancora una forte presenza di genere, che ha dato vita ad una propria comunicazione con uno striscione contro la “gay street” di Expo2015, decisa a tavolino da istituzioni e privati con un’operazione di pinkwashing insopportabile.
La nostra presenza alla Mayday è stata un momento di una più ampia iniziativa di questi mesi, iniziata con l’Exproprio Tour (non ancora concluso), che partendo dal tema Expo ha parlato di speculazione, sfruttamento, debito e lotte sociali, declinati in forme diverse ma simili nelle differenti regioni. La nostra iniziativa prosegue in queste settimane con le giornate di azione europee del percorso Blockupy e con la partecipazione al corteo del 17 maggio a Roma per la difesa dei beni comuni e contro le privatizzazioni.

articolo tratto dal sito communianet.org