#Expofamale? #Exproprio!

 

#Exproprio è una campagna che mette al centro la riappropriazione politica, sociale, ambientale, culturale, dei propri corpi e desideri, dei diritti. Non riguarda solo la pratica dell’occupazione e del recupero di spazi ad uso sociale, ma anche e soprattutto l’affermazione del primato dei bisogni e dei diritti contro il “sacrosanto rispetto della proprietà privata” e contro il primato dei profitti.

Vediamo in Expo2015 un carattere molto concreto di sperimentazione di politiche dannose che si estenderanno su tutto il territorio.
Ne sono esempi l’espropriazione dei processi di democrazia rappresentativa, pure criticabili, per favorire la decretazione d’emergenza e le logiche commissariali; i nuovi contratti di lavoro subalterni e precarizzanti, che arrivano fino all’ossimoro del “lavoro gratuito” con la complicità delle confederazioni sindacali; la speculazione urbanistica e territoriale che porta km di inutili autostrade, sottrazione di verde agricolo, speculazione sulle aree con guadagno di banche, immobiliari e società amiche delle varie lobbies politiche ed economiche non esenti, come abbiamo visto, da pratiche clientelari, corruzione e infiltrazioni mafiose; la costruzione di un immaginario “progressivo” riguardo il tema dell’alimentazione che cela l’aspetto centrale dei giganti dell’agrobusiness e la propaganda dell’evento e della città “gay friendly” e vicina alle donne, salvo poi parlare solo di turisti omosessuali uomini, bianchi e alquanto ricchi o di donne relegate al ruolo di madre, moglie e domestica, nascondendone l’oppressione e cancellando tutte le altre soggettività.

Exproprio significa quindi per noi affermare l’esigenza di una politica partecipata e dell’uscita dalla logica dei grandi eventi e delle grandi opere, significa difendere i diritti di lavoratrici e lavoratori e affermare nuovi diritti per tutte e tutti, intrecciandosi con le mobilitazioni dell’autunno, in vista dello sciopero sociale del 14 novembre. Significa difendere i territori da speculazioni e distruzioni ambientali, affermare le nostre soggettività e liberarci delle norme e normalizzazioni oppressive.

Una campagna fatta di idee, sovversione dell’immaginario, pratiche di riappropriazione e autogestione, conflitto, costruzione di reti “fuorimercato”. Una campagna che parte da Expo, ma va ben oltre lo stesso evento.

Loro #Expo, noi #Exproprio